Guinevere: la nuova Music Director
01/07/2025Ginevra Battaglia, in arte Guinevere, è un’artista e cantautrice italiana con un approccio creativo intuitivo e multidisciplinare. Il suo album d’esordio "TO ALL THE LOST SOULS" (2024) ha ricevuto riconoscimenti in Italia e all’estero.
Per creare le nuove playlist di Senato Hotel Milano, ha vissuto l’hotel attraverso l’arte, la scrittura e l’ascolto.
Le abbiamo fatto alcune domande per scoprire il suo universo sonoro.

Non solo cantante o compositrice: Chi è Guinevere oggi? Come vivi la tua identità artistica?
Penso che la definizione di artista multidisciplinare mi descriva abbastanza bene, nella misura in cui tocco diversi mondi creativi e li faccio interagire tra loro. Ad esempio, la fotografia mi ha aiutato ad avere un’idea molto chiara dell’estetica che cerco. Il fatto di aver lavorato in teatro, anni prima di iniziare a fare musica, mi ha dato un rapporto molto forte con il palco. C’è una sorta di religiosità, di serietà e di professionalità: tenere le redini del palco è per me una parte attiva e centrale della performance. Così come creare sculture, dipingere o portare avanti una ricerca legata alla natura, all’erbario e ai fiori: oggi sono tutti elementi che dialogano costantemente tra loro, trasformandosi in manufatti artistici, performance o musica.
Si respira un mix di intimo e inatteso nella musica che hai scelto, in quale sensazione ti ritrovi maggiormente?
Penso che si debba sempre partire dall’intimità: se non sento qualcosa, non riesco a trasmetterla. Allo stesso tempo, in questo viaggio mantengo sempre uno sguardo aperto verso l’inatteso. Le due cose convivono. L’intimità è il punto di partenza, mentre l’inatteso è lo stimolo che mi accompagna nella scrittura di una canzone o nella ricerca di un suono.
Torniamo alla musica: oggi scrivi più con la voce, con le mani o con le orecchie?
Con le mani, ma non su uno strumento: piuttosto con la scrittura sulla carta. Spesso parto da una poesia, che poi diventa una melodia vocale in un secondo momento, ricordando le parole. Non ho mai studiato né imparato a suonare uno strumento e, anche se ora un po’ me ne pento perché sarebbe utile, questo mi ha lasciato una grande libertà di immaginazione. Parto sempre dalla mia libreria vocale e da un testo.
E come cambia il tuo approccio da musicista a curator?
Sono due approcci diversi, ma che si somigliano. Quando compongo ho totale libertà, posso far suonare un pezzo come voglio — ma ogni brano, in fondo, ti dice da solo come vuole essere suonato. Per questo serve sempre uno sguardo sensibile verso l’inatteso, come dicevamo, e verso tutto ciò che è sottile e nascosto nella musica.


Tra “Morning”, “Caffè”, “Aperitivo”, “Lunch” ed “Evening” c’è un momento a cui ti senti più legata?
Bellissima domanda. Ho passato molto tempo in hotel e mi sono connessa profondamente con ogni momento, ma ti direi “Evening”, dove ho seguito molto l’istinto nella selezione. Detto questo, c’è una parte importante di me anche in “Morning”. In particolare, sono felicissima di aver inserito un brano come "Wassermannmusik" di Hans Otte — un pezzo strumentale per sola arpa che avevo scoperto anni fa e che ha cambiato il mio modo di ascoltare, e la mia concezione del suono. In quel caso sono partita da suoni contemporanei per poi andare a ritroso nel tempo, mantenendo sempre uno sguardo e un ascolto aperti all’inatteso.
Hai scelto anche pensando ai luoghi dell’hotel, al ritmo delle persone che lo attraversano?
Il mio ascolto degli spazi dell’hotel è avvenuto in modo molto multidisciplinare: attraverso il computer, un diario su cui annotare impressioni, ma anche con una scatola di acquerelli, per disegnare i colori che immaginavo collegati alla musica. Erano come piccoli amuleti, strumenti per raccogliere pensieri e sensazioni su ciò che osservavo.
Ti è venuta voglia di comporre qualcosa lì?
Ho avuto tantissime idee, che sono diventate frasi. Senato è stato un luogo molto fertile per me. Creare le playlist è stato un vero viaggio dentro me stessa, così come immaginare fotografie e video da realizzare negli spazi dell’hotel.
E se potessi suonare una canzone con i piedi nell’acqua della corte di Senato quale sarebbe?
Forse sceglierei “The Waves Are Calling Us”, per pianoforte e voce.
I titoli delle playlist di SENATO HOTEL MILANO
sono:
"MORNING / soft spells"
"LUNCH / slow ember"
"CAFFÈ / interlude"
"APERITIVO / sundrift"
" EVENING / inward murmurs"
e sono disponibili in ascolto su SPOTIFY